I Monasteri di San Benedetto e di Santa Scolastica a Subiaco hanno la capacità di lasciarmi senza fiato ogni volta che li visito. La pace e la spiritualità del luogo, l’arte, l’architettura, la storia, la natura rigogliosa che domina incontrastata, tutto contribuisce alla meraviglia.
Sono stata diverse volte a Subiaco ed è sempre un bellissimo modo di utilizzare il tempo, San Benedetto sarebbe fiero di me : )
Una natura spettacolare
La prima volta che ho deciso di andarci era un pomeriggio come tanti di alcuni anni fa, era ottobre inoltrato e il paesaggio riempiva gli occhi e lo spirito. Un arcobaleno autunnale dipingeva i monti come un pittore impressionista con la sua tela: il rosso, il giallo, il marrone, il verde, la luce del giorno…sono rimasta incantata. In tutte le mie visite il percorso per raggiungere il monastero mi ha sempre appassionato, si ha la possibilità di osservare la bellezza di una natura incontaminata e la sua straordinaria capacità di trasformarsi. Anche in primavera e in estate il verde e i colori hanno il potere di rapirvi.
Per capire quanto possa essere spettacolare il panorama vi basti sapere che ci troviamo dentro il Parco Regionale dei Monti Simbruini e sulla Via Benedicti esistono itinerari da percorrere a piedi per apprezzare l’ambiente circostante.
L’umanità che popola il monastero
La prima volta che sono approdata al monastero, ho cominciato a girovagare un po’ come foglia al vento, il mio andare disordinato deve aver impietosito un monaco che con molta simpatia mi ha avvicinato e, vista la mia disponibilità a conoscere i segreti del luogo, mi ha accompagnato con grande cortesia, aveva occhi penetranti, sorriso magnetico e un inaspettato accento inglese. Conoscere la storia delle radici del monachesimo occidentale da una voce narrante english (tipo Stanlio e Ollio) è una cosa bellissima.In un’altra visita ho avuto la fortuna di essere scortata dall’abate Mauro Meacci, grande personalità e intelletto acuto. Ero un po’ intimorita, ma è stato un percorso fuori dal comune e davvero interessante, sono stata privilegiata, ho avuto la possibilità di uno sguardo inedito su alcuni avvenimenti storici.
Comunque, se decidete di andare al monastero, sappiate che ci sono delle guide bravissime. A me è capitato di incontrare anche la segretaria del monastero che a volte scorta i turisti, si chiama Cecilia, è una ragazza molto preparata.
Piccolo consiglio: nel negozietto di souvenir che trovate sul piazzale adiacente al monastero, potrete conoscere Clara e Padre Antonio, sono delle persone deliziose e interessanti, vi consiglio di fermarvi a chiacchierare. Padre Antonio saprà darvi anche profondi consigli spirituali.
Architettura e storia
Credo che l’immagine più bella per descrivere i luoghi sacri di Subiaco sia stata data nel 1461 da Pio II, che lo definì “nido di rondini“…infatti, è incassato nella roccia a strapiombo sulla valle sottostante. Il complesso è monumento unico, per bellezza e spiritualità.
Pareti, volte e scale sono perfettamente integrate nella pietra, su cui poggiano.
Il Sacro Speco di Subiaco è un punto imprescindibile per conoscere i luoghi legati a San Benedetto, perché è proprio qui che tutto ha avuto inizio. L’attuale struttura comprende due piccole chiese sovrapposte, il convento e varie cappelle collegate da scalinate.
Cominciate la vostra visita.
Una porta gotica immette in un corridoio scavato nella roccia. Attraverso gli ampi archi di sostegno il vostro sguardo si perderà sulla valle, dove scorre il fiume Aniene.
Entrate nella Chiesa Superiore. E’ la struttura più alta del Sacro Speco ed è l’ultima parte del santuario ad essere stata costruita. Potrete conoscere l’evoluzione architettonica e ammirare splendidi affreschi della scuola senese del secolo XIV e marchigiana del XV secolo, illustrano scene della vita di Gesù e di san Benedetto.
Proseguite verso la Chiesa inferiore e cercate il Sacro Speco. Questa grotta è il cuore del monastero, qui il santo visse per tre anni da eremita. Lasciate che l’atmosfera vi trasporti indietro nel tempo, a quel preciso momento storico.
Benedetto, mandato a Roma per studiare, rimase sconvolto dalla vita dissoluta della città, “ritrasse il piede che aveva appena posto sulla soglia del mondo per non precipitare anche lui totalmente nell’immane precipizio”. Arriva così a Subiaco. Ha circa 17 anni e incontra Romano che, vestitolo degli abiti monastici, gli indica una grotta impervia del Monte Taleo, dove il santo vive fino alla Pasqua dell’anno 500.
Alla fioca luce delle dodici lampade oggi potrete vedere la nuda roccia di questo posto sacro e la bianca statua opera di Antonio Raggi, allievo del Bernini, che raffigura il giovane Benedetto in preghiera, con le braccia sul petto e gli occhi rivolti alla croce.
Scendete per la Scala Santa, costruita sul ripido sentiero percorso da Benedetto e arrivate alla Cappella della Madonna e alla Grotta dei Pastori, dove il santo impartiva lezioni di dottrina cristiana ai pastori dei dintorni .
Uscite fuori e immergetevi in quello che fino al 1870 era il piccolo cimitero dei monaci dello Speco. Oggi c’è il Roseto, da cui avrete un punto di osservazione originale sul complesso architettonico del santuario e le varie strutture che lo caratterizzano.
E’ impossibile racchiudere in poche righe la ricchezza storica, artistica e architettonica di questo luogo. Ho potuto soltanto evocare alcune impressioni e accennare ad alcuni tesori. Vi consiglio vivamente di andare a vedere di persona.
NOTA Nella cappella di San Gregorio (vicina alla grotta) si trova un affresco raffigurante uno dei primi e più illustri visitatori del Sacro Speco, San Francesco d’Assisi. In mano ha una carta, nella quale si legge: PAX HUIC DOMUI. E’ raffigurato senza stimmate e senza aureola. Questo ci dice che l’opera è anteriore al 1224, anno in cui San Francesco è in vita e non ha ricevuto le stimmate.
Credetemi sulla parola: non perdete l’occasione di vedere i monasteri di Subiaco
PER DORMIRE: fermatevi a Fiuggi, all‘Hotel Ambasciatori
Lorenza
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IL NOSTRO ITINERARIO:
SACRO SPECO SUBIACO
MONASTRO DI SANTA SCOLASTICA SUBIACO
ABBAZIA DI MONTECASSINO