La polenta dalle nostre parti è sacra. Storicamente è legata al nord Italia ma tradizionalmente è cucinata anche in Toscana, nelle Marche, in Abbruzzo e…nella nostra Ciociaria. La polenta cucinata dallo chef dell’Ambasciatori Place Hotel è molto famosa e …da leccarsi i baffi!
Si dice che le origini della polenta ciociara risalgano al 1503 ,quando Guglielmo Caetani, tornato a Sermoneta dall’esilio di Mantova, portò con sé il seme del granturco. Dal mais si ricavò la classica farina gialla, ingrediente base della polenta. Un preparato semplice che si diffuse come piatto dei poveri, dei pastori e dei contadini, poiché per realizzarlo bastava farina di mais e acqua. Oggi è ritenuto un piatto pregiato e apprezzato da tutti!
Particolarmente gradita con le spuntature di maiale e in bianco con salsiccia e cicoria. In passato il condimento era costituito principalmente da pomodoro e, solo in particolari e importanti eventi, al tipico sugo veniva aggiunta carne.
Ma nella nostra terra la polenta è sacra in senso letterale.
Per esempio, in occasione della festa di Sant’Antonio, che ricorre il 17 gennaio, la polenta è celebrata nelle case di molti ciociari o in alcuni paesi con sagre e manifestazioni culinarie. Questo perché anticamente i pastori scendevano in paese per far benedire i loro animali e pare che, durante questa circostanza, venisse offerto loro un piatto di polenta, cucinata sulla pubblica piazza e condita con carne di maiale, che veniva preparato tra la metà di dicembre e il giorno di Sant’Antonio.
A Villa Santo Stefano, invece, è San Sebastiano a suscitare voglia di polenta! Ogni anno in occasione della festa del santo, va in scena una sagra dedicata alla polenta. La manifestazione è legata all’antico rito dello “sfamo del popolo” che risale al 1643, quando per la prima volta in questo paese ciociaro venne offerto un piatto caldo di polenta alla popolazione. Questa manifestazione rappresenta ancora oggi, come allora, un momento di aggregazione e riscoperta delle proprie tradizioni e della buona cucina.